La notte prima di morire, Martin Luther King ci ha esortato a seguire l’esempio del Buon
Samaritano, lasciando in eredità una regola di vita che ciascuno di noi
dovrebbe far propria: “Nessuno può
salvarsi senza prima salvare gli altri”.
Le parole del reverendo, ricordate nella bella nota introduttiva, la
parabola evangelica che le ha ispirate, il senso profondo di generosità e
fratellanza che trasmettono, sono il fertile terreno di coltura da cui è nato Jericho Road, l’ultimo lavoro del
chitarrista newyorkese, culmine di un processo creativo “che ha richiesto molte
lune” per realizzarsi.
Afroamericano di nascita, Eric Bibb è cittadino del mondo per vocazione! Infatti questo
signore dai modi gentili ancora giovanissimo si è traferito in Europa, per stabilirsi
prima a Parigi e poi ad Helsinki, dove attualmente vive. La sua lunga e
invidiabile carriera copre quattro decadi e i frequenti tour che ha
instancabilmente intrapreso gli hanno permesso di entrare in contatto con le
più disparate culture e di acquisire una visione delle vicende umane aperta e
scevra di pregiudizi. Il milieu culturale in cui si è formato è quello di una
famiglia di musicisti: il padre era un cantante di musical attivo nella scena
folk dei primi anni ’60, lo zio nientedimeno che John Lewis, il pianista e
compositore fondatore del Modern Jazz Quartet, il padrino l’attore e attivista
Paul Robeson, mentre tra gli amici di famiglia spiccavano i nomi di Pete Seeger
e Odetta. Narra un aneddoto che l’undicenne Eric potè addirittura beneficiare
dei consigli di un certo Bob Dylan riguardo la tecnica chitarristica. Cresciuto
in un simile ambiente, era perciò naturale che Bibb sviluppasse un amore
incondizionato per la musica delle radici, in particolare per il blues,
diventando nel corso degli anni uno dei principali esponenti della generazione
che ha fatto da ponte tra i grandi bluesman formatisi prima della guerra e i
nostri giorni, raccogliendo la sfida di traghettarlo verso il futuro. La sua
musica perciò, pur mantenedo ben salde le radici nella tradizione, sa essere
innovativa e accogliere al suo interno i suoni e i sapori della world music,
del jazz e del soul in uno squisito intreccio di contaminazioni che la rendono
decisamente moderna e accativante.
L’estrema sintesi di un percorso artistico sviluppatosi
lungo l’arco di ben trentacinque album, giunge quindi a piena maturazione in Jericho Road, un’opera colta, raffinata
ed elegante, pregevole nelle sue molteplici sfaccettaure, che racconta un
artista ai vertici della produzione musicale contemporanea, latore di un
messaggio positivo che, unito alle sue intrinseche qualità musicali, affascina
e tocca il cuore!
Tracklist:
Drinkin’ Gourd
Freedom Train
Let the Mothers Step Up
Have a Heart
The Right Thing
Death Row Blues
Can’t Please Everybody
The Lord’s Work
With My Maker I Am One
They Know
She Got Mine
Good Like You
One Day At a Time
Bonus tracks:
Now
Nanibali
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