lunedì 18 febbraio 2013

Sakee Sed - Boccaleone (video dal nuovo EP)

A quasi un anno dal loro ultimo lavoro discografico A piedi nubi (qui la recensione del disco), la band bergamasca dei Sakee Sed, composta da Marco Ghezzi e Gianluca Perucchini, torna in scena con un nuovo EP in uscita a Marzo 2013 per la Appropolipo Records.

foto di Monelle Chiti
Esce oggi il video del primo singolo Boccaleone, pezzo semi-inedito uscito soltanto per una compilation della community di DNA Concerti ad Ottobre 2012.
Il video è una raccolta di riprese girate da amici della band e dal gruppo stesso durante il tour di "A Piedi Nubi" e montato da Gianluca Perucchini, il batterista del duo.



Restiamo in attesa di ascoltare l'EP e darne un giudizio più completo. Per adesso guardiamoci il video, che è divertente e spensierato come del resto è anche la musica del gruppo, energica e ritmata con un occhio ai seventies e alla psichedelia. 

lunedì 4 febbraio 2013

Massimo Bubola - In alto i Cuori (Eccher Music - 2013)


Hanno sparato a un angelo
Un paese finto
Cantare e portare la croce
Al capolinea dei sogni
Lacrime parallele
Analogico digitale
A morte i tiranni
Tasse sui sogni
Una canzone che mi spacca il cuore
In alto i cuori



“In alto i cuori quando il cielo è muto
E anche la pioggia non ti ascolterà

In alto i cuori se ti senti smarrito
Perché qualcuno ti ritroverà”


Tralasciando i tre ottimi brani recanti la sua firma contenuti nell’epopea tex-mex-western Chupadero! della Barnetti Bros Band, il super-gruppo  cui, sotto mentite spoglie, ha partecipato insieme ad Andrea Parodi, Massimiliano Larocca e l’americano Jono Manson, sono passati quattro anni da Ballate di terra & acqua, l’ultimo lavoro che Massimo Bubola aveva pubblicato a suo nome. Tanto abbiamo dovuto aspettare, ma la lunga attesa è stata finalmente premiata dall’arrivo di In alto i cuori, una raccolta di undici, nuove, intense, instantsongs con le quali si fa interprete dell’Italia di oggi, e ne dipinge un quadro allo stesso tempo affascinante per le intrinseche qualità musicali e spietato nell’indicarne i difetti. Come altre volte in passato, basti solo ricordare Don Raffae’ scritta a quattro mani con Fabrizio De Andrè, lo sguardo lucido dell’autore veronese si posa su temi sociali di scottante attualità.

Un episodio di cronaca, avvenuto lo scorso anno a Roma, è lo spunto per Hanno sparato a un angelo, l’emozionante brano d’apertura del disco. Durante una rapina viene uccisa, insieme al papà che la teneva in braccio, una bambina di soli nove mesi, “un angelo che ancora non sapeva gli abissi del mondo, la bestia che si cela”. Non c’è più limite alla barbarie dilagante, “non possiamo credere che morta sia Pietà”, canta la voce accorata dell’autore, anche lui padre di un bambino piccolo,“cosa possiamo dire se non abbiamo voce, noi che non sappiamo stare ai piedi della croce”. L’assoluta banalità del male impressiona per la mediocrità insensata di chi lo commette, diceva con acume la filosofa tedesca Hannah Arendt. Si resta esterefatti e ammutoliti, aggiunge Bubola, soli nell’affrontare il dolore, senza più l’aiuto consolatorio di una comunità con cui condividerlo. “Cosa possiamo scrivere, se non abbiamo più pagine”, continua, come se non ci fossero più parole disponibili. Naturalmente sono molte le cose da dire e lui riesce a trovare le parole più adatte per farlo con levità, mediante liriche che, nonostante il tema sia tragico, comunicano con commossa semplicità l’indignazione suscitata da una giovane vita spenta sul nascere. “Con i suoi piedi piccoli ancora non volava, con le sue ali tenere ancora non camminava”, quanta grazia e tenerezza in questi versi usati per raccontare “un bocciolo di sposa”


Questo primo brano fotografa con precisione la realtà e determina lo stato delle cose, il punto di partenza per analizzare i nostri tempi. Perché siamo arrivati a tanto, quali sono le cause del degrado morale che stiamo vivendo? Le risposte non tardano ad arrivare e Un paese finto punta il dito contro la finzione che si è ormai impossessata delle nostre vite, complice prima di tutto la televisione, palcoscenico di troppi “finti profeti profondi”. Anche il cuore non sa più distinguere i sentimenti, solo il male, purtroppo, è vero. Bisogna cantare e portare la croce non fa che rincarare la dose “questo al pubblico piace, le sconfitte, le lacrime, la pietà, la finzione son più vere in televisione”. Per combattere l’appiattimento culturale “bisogna avere buoni ricordi e un po’ d’infinito negli occhi”. Arriviamo al punto cruciale del disco, Analogico-Digitale, il blues lento e ipnotico nel cui testo, scritto insieme a Beppe Grillo, si fa netta la distinzione fra due mondi, quello contadino, ormai perduto, e quello attuale, virtuale e spettrale. La voce e i suoni si fanno duri, la chitarra incalza, il ritmo cresce e strofa dopo strofa sale la tensione. Cosa resta da fare? A morte i tiranni indica la strada,“c’è sempre una speranza per il popolo sconfitto che la giustizia un giorno vincerà” , anche se siamo ancora qui, dopo diecimila anni, “a combattere col regno dei grandi disinganni” ! Un altro brano di stringente attualità è Tasse sui sogni in cui, sulle note di uno spoglio rock’n’roll, si srotola un copioso elenco di tasse, alcune reali altre fittizzie, sarcasticamente descritte in tutta la loro assurdità. Viene lasciato per ultima In alto i cuori, la canzone che da il titolo all’album, il vademecum di resistenza civile, l’appello di Massimo Bubola agli uomini di buona volontà perché trovino uno scatto d’orgoglio e superino l’impasse di questi tempi difficili.

Del cantautore veronese, da quarant’anni sulla scena italiana e certamente una delle nostre firme migliori, conosciamo già il suo notevole talento di compositore. Anche In alto i cuori non sfugge quindi alla regola di brani dai testi di grande dignità letteraria abbinati ad uno stile musicale unico nel suo genere. Il tratto distintivo del disco è come sempre il folk-rock elettroacustico delle ballate di evidente derivazione americana, che però Bubola interpreta con una sensibilità e un gusto per la melodia tutto italiano. Se le ballate sono l’espressione prediletta dall’autore, l’accompagnamento ideale dei suoi racconti, quando questi si fanno più arrabbiati, sono le chitarre a diventare più incisive ed è l’attitudine rock del Cavaliere Elettrico a prendere il sopravvento e a condurre le danze. Ad affiancare il musicista veronese è sempre la Eccher Band, composta da bravi e fidati musicisti quali Simone Chivilò e Enrico Mantovani alle chitarre, Piero Trevisan al basso, Virginio Bellingardo alla batteria e Lucia Miller alla voce. Lo stesso Chivilò è anche il produttore, insieme al titolare, di tutto il lavoro. Gli undici brani di In alto i cuori, passano agilmente, come abbiamo visto, dal folk, al blues e al rock’n’roll e compongono un intenso mosaico all’interno del quale spiccano alcune gemme come l’emozionante ritratto di una generazione di Al capolinea dei sogni, la corsa nella notte di Una canzone che mi spacca il cuore resa avvincente da una stupenda linea di chitarra e la conclusiva In alto i cuori, una preghiera che ci incita a non perdere le speranze.

L’autore di Marabel, Il cielo d’Irlanda e Niente passa invano continua così il suo viaggio nella musica e nella cultura italiana con grande intelligenza e autorevolezza. In alto i cuori è perciò un’altra grande prova d’autore di Massimo Bubola e la possiamo tranquillamente annoverare tra le sue opere più importanti. Spegnete quindi la televisione e seguite il suo invito, queste canzoni vi accompagneranno per molto tempo!

Articolo pubblicato a pag. 38 di Just Kids #4 (clicca qui per sfogliare la rivista)



domenica 3 febbraio 2013

Hernandez e Sampedro - Happy Island (video)


Hernadez & Sampedro è un progetto musicale nato nel 2009 dall'idea comune di due musicisti ravennati. Luca "Hernandez" Damassa (voce, chitarra acustica) e Mauro "Sampedro" Giorgi (cori, chitarra acustica) si conoscono e suonano assieme già dal 2004 e sono rispettivamente voce e chitarra della band ravennate Stoned Machine. Nel 2010, parallelamente all'attività svolta con il gruppo, danno vita a un duo acustico, il cui repertorio è costituito esclusivamente da brani made in U.S.A. Dopo una lunga esperienza dal vivo, fra cui la partecipazione al Glory Days 2012, decidono di incidere un demo con cinque brani e cominciano a diffondere la propria musica. Da qui ad entrare in studio di registrazione per realizzare il loro primo disco di inediti il passo è breve e Happy Island, questo il titolo dell'album, vedrà la luce il 1 marzo prossimo.

Il videoclip ufficiale di Happy Island, omonimo primo singolo, soggetto e regia di Alberto Romanotto e Marco Leoni e fotografia di Andrea Valentini, anticipa l'uscita del disco.