lunedì 15 dicembre 2014

James Maddock - The Green (2014 - Appaloosa / IRD)

Ha saputo aspettare per trovare il tempo giusto, il momento adatto per scoprire le sue carte e svelare al mondo il suo talento. Di natali inglesi, James Maddock si trasferisce a New York per seguire le ragioni del cuore e una ragazza di cui è innamorato. Mette radici nel Village, suona spesso nei suoi locali e assorbe la magia del luogo che poi trasferirà in molte canzoni a venire. Il suo nome comincia a circolare fino ad ottenere un contratto nientemeno che con la Columbia. Con i Wood, la sua prima band, firma Songs from Stamford Hill il cui singolo Stay You finisce nella colonna sonora della serie televisiva Dawson’s Creek e Never a Day apre quella del film Serendipity (Quando l’amore è magia) in compagnia, lo ricordiamo, di un altro inglese, anzi irlandese, affascinato dall’America, tale Bap Kennedy che come Maddock lascerà il segno nel mondo del songwriting. La strada è spianata, il successo sembra alle porte, invece la storia d’amore finisce e il nostro smette per nove lunghi anni di pubblicare dischi, continuando però a suonare, ad accumulare storie e a maturare quella sensibilità musicale che esploderà prorompente nel 2009 con l’eccellente Sunrise on Avenue C. e un pugno di ballate che grondano di quell’aura romantica e poetica che abbiamo amato in alcuni dei più bei dischi nati nella New York dei primi seventies. Un miraclo di scrittura che si esalta anche nel seguente Live at Rockwood Music Hall che di Sunrise ripropone dal vivo la maggior parte di brani. Maddock è un autore di razza e la sua vena si riconferma in Wake up and dream (al suo interno la gemma Beatiful Now composta a quattro mani con Mike Scott dei Waterboys) e in Another Life, penultimo capitolo di un songbook ormai ricco di episodi importanti.

Eccoci quindi a The green, fresco di stampa per i tipi della Appaloosa Records, encomiabile etichetta che quest’anno ha dato voce, con grande lungimiranza, ad una serie di artisti davvero molto validi. Il titolo prende spunto dal colore del biglietto verde per antonomasia, il dollaro, che, come l’euro, sta inesorabilmente sparendo dalle nostre tasche. “…vedo Peter Pan negli occhi dell’uomo di latta, quando si inginocchia nella pioggia, spingendo il suo carrello lungo la corsia, cercando il grano”. La title track entra subito in medias res e affronta la questione dalla parte di chi vuole reagire e non farsi sconfiggere da un sistema che ci spinge a competere in una guerra di cui abbiamo perso di vista lo scopo. “Non sono un leader, non sono un credente, sono un combattente, quello che accende il fuoco. Armerò le barricate rimanendo al tuo fianco fino alla fine”. Se l’intro, affidato alla tastiera e ad un arpeggio di chitarra su cui si posa la voce roca di Maddock, suggerisce inizialmente un approccio confidenziale e intimista al brano, presto si accende la miccia di un rock carico di sonorità elettriche il cui asse è rivolto ad un mainstream d’annata ma decisamente efficace.