sabato 28 maggio 2011

Warren Haynes - Man In Motion

“Still life is overrated, Burn-out factor is part of the game, Life should be an adventure”

La seconda prova solista di Warren Haynes giunge a diciotto anni di distanza dalla prima, quel Tales Of Ordinary Madness” risalente ormai al lontano 1993. “Man In Motion” non poteva avere titolo più azzeccato. I dieci brani che compongono l’album ci presentano il leggendario chitarrista in una veste diversa dal solito, lontana sia dal rigore e dalle asprezze sonore del granitico power trio dei Gov’t Mule di cui è leader, che dal tipico sound degli Allman Brothers. Tenendo a mente gli album di soul e r&b che ascoltava da giovane, Warren compone un disco che è la sintesi di ciò che ha più amato. Cresciuto con i dischi della Stax, lui stesso dichiara che avrebbe voluto prima di tutto essere un cantante soul e che “puoi essere un grande cantante e un grande chitarrista”. Caso ha voluto, fortunatamente per noi, che diventasse uno dei migliori chitarristi in circolazione, ma come si sa, il primo amore non si scorda mai. Ecco quindi che, insieme al suo inconfondibile stile chitarristico, è la sua voce ad essere in primo piano, e il risultato è davvero notevole. Unite la forza e l’energia dei Gov’t al ritmo del miglior r&b e il gioco è fatto.  La base di ogni singola traccia è come sempre l’amato blues, ma il tutto è condito con corpose dosi di rock, soul e funk che danno al disco un ottimo groove. Inoltre, anche se i brani durano mediamente sei/sette minuti, non c’è spazio per lunghe cavalcate strumentali fini a se stesse, ma tutto è pensato in funzione della canzone. Questo è in definitiva il segreto del disco: stemperare il rigore cui ci ha da tempo abituato con il lato più allegro della grande tradizione della musica nera. La prima impressione all’ascolto è che si sia divertito molto, suonando in piena rilassatezza. Naturalmente, per ottenere questo risultato, ci vuole grande maestria ed esperienza, qualità che al nostro davvero non mancano, e un manipoli di ottimi musicisti!
Tra coloro che accompagnano Warren nella sua nuova avventura, troviamo alcuni nomi di spicco della scena musicale di New Orleans quali George Porter Jr (Meters) al basso, Ivan Neville alle tastiere, Raymond Weber alla batteria, oltre al tastierista dei Faces e dei Rolling Stones Ian McLagan, al sassofonista Ron Holloway, già da tempo nel giro Allman Brothers, Gov’t e affini e tra l’altro uno dei membri del mitico quintetto di Dizzy Gillespie, e Ruthie Foster alla voce, giovane promessa del blues femminile. Insomma un cast stellare!
Le registrazioni del disco sono state effettuate ai Pedernales Studios di Willie Nelson, come del resto l’ultimo Gov’t Mule “By A Tread”, tutte in presa diretta senza sovraincisioni, come vuole la tradizione della grande musica. Sempre fedele alla Gibson, Haynes ha usato alcuni modelli vintage che avvicinano ancor di più il suono complessivo alle incisioni d’epoca, ricercando il suono limpido e pulito delle chitarre pre-rock, come affermato dallo stesso Haynes.
Il disco parte alla grande con la title track, dove la chitarra duetta stupendamente con la sezione fiati, i Grooveline Horns, forse la traccia più rappresentativa del lavoro, e “River’s Gonna Rise” dove Warren dà sfogo alla sua voglia di libertà: “The river’s gonna rise, Wash our struggles away, The sun is gonna shine, Shine down on a brand new day”, splendida, un refrain che ti entra subito in testa e uno stupendo solo di chitarra. Segue l’unica cover “Every Day Will Be Like A Holiday”, resa superlativamente con le voci in gran spolvero e Warren a ricamare con la Gibson. Grande brano! Non c’è tempo per fermarsi che parte “Sick Of My Shadow” altro pezzo molto ritmato con le tastiere e il sax di Holloway in primo piano: da sentire come duettano con la chitarra, entusiasmante! Ci viene concesso un attimo di tregua con “Your Wildest Dream”, ballatona soul introdotta splendidamente da piano e chitarra in attesa della voce ispirata del nostro e degli interventi del sassofono. Si continua con la ritmata “On A Real Lonely Night” e “Hattiesburg Hustel”, la traccia che si avvicina di più ai Gov’t meno estremisti. Sax e tastiere introducono “A Friend To You” altra ballata in salsa soul con la voce potente di Warren in primo piano e la sua chitarra che ricama stupendi riff. Arriviamo quindi a “Take A Bullet” e il divertimento è assicurato. La Warren Haynes Band insieme ai Grooveline Horns assicurano al brano un suono corposo, con i vocalist a supportare Warren, e il grande lavoro della sezione fiati che duetta con la chitarra, splendido r&b egregiamente suonato! Il disco si chiude con la ballata “Save Me” dove le tastiere accompagnano il vocione di Warren che implora salvezza: “Save me, Shelter me from the pouring rain, lift me up with your precious love”; organo e piano sfumano con una lunga coda e l’album finisce. Purtroppo, perché è difficile resistere e non ricominciare da capo! Il disco infatti cresce con il susseguirsi degli ascolti, fino a quando i brani ti entrano dentro, facendoti godere di ogni singola sfumatura.
Un bellissimo disco quindi, suonato con energia e passione, che regala più di un’ora di splendida musica. Warren Haynes si conferma, anche se ovviamente non ce n’era bisogno, artista di classe, non solo grande chitarrista ma anche ottimo songwriter. Unico rammarico aver dovuto aspettare diciotto anni per poter ascoltare quest’opera con la speranza che non ce ne vogliano altrettanti per la terza!

sabato 21 maggio 2011

Fabrizio Poggi & Chicken Mambo - Spirit & Freedom



Nella quarta di copertina del suo bel libro "Angeli perduti del Mississippi", Fabrizio Poggi cita una frase trovata incisa sul muro di un negozio di dischi: "Chi non ama il blues ha un buco nell'anima".
Al primo ascolto di Spirit & Freedom mi è tornata in mente, perché l’album è apparso subito una dichiarazione d'amore. Potrà sembrare banale parlando di un artista che da decenni mastica il blues e ha diviso il palcoscenico con alcuni dei più grandi nomi della scena internazionale; ma per fare un disco così, questa musica bisogna davvero amarla, viverla nel profondo e avere una grande passione e competenza in materia. Amore per il blues, ma non solo, perché nelle diciassette tracce che compongono il disco, Poggi accompagna l’ascoltatore, insieme ai suoi fidati Chicken Mambo, all’interno dello sterminato songbook americano, selezionando traditional, gospel, spiritual e songwriting d’autore. La scelta, spiega nelle note introduttive, è caduta sui brani  che più hanno segnato la sua evoluzione musicale e che più gli hanno "accarezzato l'anima". Il disco non è quindi solamente “di” blues, ma i territori esplorati sono diversi e gli orizzonti più ampi. Oltre alle cover un ottimo brano scritto da Fabrizio in ricordo di un amico scomparso, con cui condivideva la stessa passione bruciante per la musica.
Spirit & Freedom è un signor disco, il suo capolavoro! Non capita spesso di ascoltare dischi del genere! E’ un oscar alla carriera, per la sua bellezza, il suo messaggio, il rispetto dimostrato dai tanti illustri ospiti che hanno partecipato alla sua realizzazione. Fabrizio ha chiamato ad aiutarlo molti musicisti che ha amato e che ha il privilegio di chiamare amici. Il tutto sorretto dagli ottimi Chicken Mambo, che suonano alla grande e con cui gli ospiti si integrano alla perfezione senza che nessuno prevalga sull’insieme, anzi, tutti contribuiscono alla pari. Il suono del disco è molto bello, prodotto ottimamente, in complesso molto naturale. Insomma è il disco della maturità.
Si parte con "I'm on my way (to freedom land)", bellissimo traditional in cui la voce di Fabrizio è accompagnata niente meno che dai Blind Boys of Alabama, forse il miglior coro gospel esistente, e da Charlie Musselwhite, autentico monumento dell'armonica blues; egregi nell'accompagnamento i Chicken Mambo, belli i ricami alla chitarra di Maurizio Fassino.
Non c'è tempo per riprendersi dall'emozione che poche note di piano introducono "I shall be released", uno dei più bei brani mai scritti da Dylan, qui interpretato quasi sussurrandolo: la voce pacata di Fabrizio si alterna allo stupendo assolo di Marco "Phyton" Fecchio, eccellente alla slide, e al prezioso intervento all'Hammond di Stefano Intelisano. Magistrale interpretazione che dà una luce nuova alla canzone, superando a pieni voti il confronto con quelle dei Basement Tapes e della Band.
Altri ospiti illustri per il traditional "Stayed on Freedom": Guy Davis all'armonica, Augie Mayers all'organo e uno stupendo Texas Hill Country Gospel Choir. Emozionante l'alternarsi di armonica, cori e chitarre e il cambio di tempo a metà brano, splendida atmosfera gospel speziata da un pizzico di tex-mex!
L'emozione non finisce perché, senza soluzione di continuità, si passa al Leonard Cohen di "Halleluja" di cui viene interpretato il solo ritornello: due minuti meravigliosi, con un grande  Stefano Intelisano all'Hammond, mescolato due voci bellissime femminili che Fabrizio ci ha portato dal coro di una chiesa di Austin.
Con "In my hour of darkness" si passa a un bel brano di Gram Parsons, mai dimenticato artista che ci ha lasciati troppo presto. Qui l'ospite illustre è Mickey Raphael, armonicista di Willie Nelson. Un bel fingerpicking di Gianfranco Sala alla chitarra apre il brano, entra  la bella voce di Fabrizio accompagnato in sottofondo da quella, altrettanto bella, di Erica Opizzi e poi parte l'armonica di Raphael per un'atmosfera folk ed intimista molto ben riuscita.
Ritorniamo in territorio gospel con "I heard the angels singin'" del mitico Reverend Gary Davis, grande chitarrista e maestro per generazioni di bluesmen. Qui Fabrizio ospita un suo grande amico, niente meno che il grande Garth Hudson della Band e sua moglie Maud. L'inconfondibile organo di Hudson fa da contraltare alle voci di Fabrizio e a quella di un altro illustre ospite, Eric Bibb, grande interprete del blues contemporaneo.
Con “They killed him” passiamo a Kris Kristoferson e siamo ai vertici del songwriting. Intensa interpretazione, con la voce di Fabrizio sorretta ottimamente da Erica Opizzi e Betti Verri e la sua armonica che si fonde con l’hammond di Intelisano.
“Jesus called me in Heaven” è il toccante brano scritto da Poggi in ricordo di un suo amico scomparso. Struggente melodia affidata all’armonica intessuta dal violoncello di Brian Standefer.
“Spiritual” è un pezzo scritto da Josh Haden, figlio di Charlie, interpretato anche da Jonnhy Cash nel fondamentale Unchained, artista che, citando Fabrizio, “era un uomo di blues anche quando suonava country”. Bellissima ballad dove spicca la voce di Debbie Walton che interpereta ottimamente il testo. Da sentire l’armonica supportata dal grandissimo hammond di Intelisano!
Emozionante Nora Guthrie che legge “My peace”, una poesia del padre Woody, poesia che introduce alla perfezione “Jesus Christ” sempre di Guthrie. Ottimi i  Chicken Mambo che danno del brano, interpretato anche da Dylan, un taglio molto personale.
“Mr. Bojangles” di Jerry Jeff Walker è uno dei pezzi più riusciti del disco. La canzone e bella di suo e in molti l’hanno suonata, ma l’interpretazione di Poggi non teme confronti. Qui Fabrizio è affiancato dalla voce struggente e meravigliosa di Tish Hinojosa, straordinaria artista texana. Grandi ricami di Maurizio Fassino all’acustica, un sempre ottimo hammond e l’armonica che sfuma nel finale. Uno di quei brani che fanno venire gli occhi lucidi!
Torniamo al gospel con “We shall not be moved” con i Chicken Mambo ai massimi livelli! Grandi la slide di Gianfranco Sala, l’armonica e le stupende backing vocals su cui emerge Betti Verri.
“He was a friend of mine” è un altro famoso traditional interperetato in maniera corale da Fabrizio e altre cinque voci. Slide, violino e fisarmonica in sottofondo, danno un taglio malinconico a un brano spruzzato di gospel.
“Heaven stood still” di Willy DeVille è ai vertici del disco. Emozionante, ancora una volta l’armonica di Fabrizio accompagnata niente meno che dal grandissimo Flaco Jimenez all’accordion e la voce di Erica Opizzi in sottofondo. Da brivido, il Paradiso si ferma davvero!
Superlativa l’interpretazione di “Live forever” di Billy Joe Shaver, in duetto proprio con l’autore e Debbi Walton alle backing vocals!
Ultimo brano “Glory Glory”, splendido spiritual in cui ancora il Texas Hill Country Gospel Mass Choir supporta la voce di Guy Davis e l’accordion di Augie Mayers.
Sono passati in un lampo questi oltre settanta minuti di musica, in un continuo alternarsi di emozioni fino alle parole finali, gridate da Martin Luther King, “We want to be free” che chiudono il disco.
Per finire, un accenno all’eccellente confezione del disco, molto bella e curata fin nei minimi particolari. Interessantissimo il libretto dove Fabrizio, che oltre ad essere un bravissimo musicista è anche un ottimo affabulatore, introduce ogni singolo brano, raccontando una storia, un aneddoto o un ricordo.
Impossibile quindi resistere dal continuare a farci accarezzare l’anima.
Spirit & Freedom, un luogo dell’anima!
Grazie Fabrizio per averci accompagnato in questo viaggio!