Esattamente un anno fa l’uscita di Man In Motion aveva segnato una svolta nella produzione di Warren Haynes che, allontanandosi sia
dal power-rock granitico dei Gov’T Mule che dal tipico suono targato Allman Brothers, si era lasciato
ispirare dalla passione giovanile per il R&B
di marca Stax, stemperando in
abbondanti dosi di soul il rock-blues
caratteristico del suo stile. Il risultato è stato uno splendido disco in cui il
chitarrista, attorniato da una solida sezione ritmica di estrazione funky, i fiati dei Grooveline Horns e il sassofono free
di Ron Holloway, ha dato prova di
grande bravura nell’ampliare l’orizzonte della propria musica, battendo
territori per lui ancora inesplorati. L’esecuzione dal vivo di questo materiale è ancora più
entusiasmante, infatti in questa dimensione, a lui particolarmente congeniale, Haynes offre il meglio di sé dando
libero sfogo alla creatività nello sfoderare tutta la sua strabiliante abilità
strumentale. La testimonianza diretta di tutto ciò è Live At The Moody Theater che ci da la possibilità di godere
dell’intero concerto tenuto lo scorso novembre ad Austin (Tx) dalla Warren Haynes Band. La confezione,
peraltro molto bella, corredata da alcune splendide fotografie che ritraggono
il nostro finalmente sorridente, racchiude due cd ed un dvd per oltre tre ore
di musica che faranno gioire occhi ed orecchie di tutti gli appassionati.
mercoledì 20 giugno 2012
domenica 10 giugno 2012
Bruce Springsteen - Stadio San Siro - Milano 7 Giugno 2012
Commentare a caldo quanto avvenuto a Milano, prima tappa
italiana della tournée, senza farti prendere dall’entusiasmo, con l’adrenalina
a mille, stremato e ancora in balia delle fortissime emozioni provate, è
un’impresa quasi impossibile. Ti rendi conto che se anche vorresti essere il
più obbiettivo possibile, non puoi analizzarlo razionalmente ed è difficile
affidare alle parole il racconto di ciò che hai vissuto e che ti è rimasto
dentro senza l’uso indiscriminato di una lunga serie di superlativi. Quando hai
la fortuna di imbatterti in serate come questa, in cui in realtà non si è
tenuto semplicemente un concerto rock
ma un vero e proprio rito sacro, celebrato
con tanto di officiante e adepti in delirio, riesci solo a dire di aver assistito
ad un evento unico e irripetibile, il
cui ricordo indelebile ti accompagnerà per tutto il resto della vita.
Quello di San Siro
è stato uno show folgorante, una festa che sembrava non avere fine, 3h40’ di
musica ininterrotta , senza una pausa, un lunghissimo singolo encore composto da 33 canzoni che Bruce ha suonato con grinta ed energia
senza pari, come se fosse l’ultima occasione rimasta per evocare lo spirito e infiammare l’anima dei suoi
fans. Alcuni momenti sono stati magici, come l’intensissima Jack Of All Trades o quando si è seduto
al piano e ha intonato le note di The
Promise regalandoci una delle sue storie più belle e noi siamo rimasti
tutti senza fiato, rapiti da un’interpretazione straordinaria.
mercoledì 6 giugno 2012
Sakee Sed - A Piedi Nubi
L’esordio di un paio d’anni fa di Alle Basi Della Roncola ci aveva stupito e impressionato per la
miscela sgangherata di elementi vintage che dalla provincia bergamasca
proiettava i Sakee Sed in
quell’immaginario saloon dove si incrociano country, blues e folk e un pianista
honky-tonk in preda all’alcool racconta le sue storie
stralunate. Un disco dall’impianto sonoro decisamente particolare, dove la roots-music di derivazione americana si
sposa al cantautorato italiano e i testi surreali e straniti completano il
quadro un po’ folle dell’opera. Il sound elettrico e allucinato, a tratti
sperimentale, dell’EP Bacco,
pubblicato nel 2011, segna già un mutamento di rotta, ma è con A Piedi Nubi, appena pubblicato, che la
svolta è decisiva. Il duo bergamasco abbandona infatti il pianoforte Howard e
tutti gli strumenti acustici usati nel primo disco per lanciarsi in un rock
tirato e psichedelico (da loro definito pshyco-pop)
i cui ricercati passaggi strumentali infarciti di Rhodes e Farfisa e l’uso particolare
della voce ricordano il progressive e
le sue sperimentazioni elettroniche. Una scelta sicuramente coraggiosa che testimonia
il passo in avanti compiuto da Marco
Ghezzi e Gianluca Perucchini
alla ricerca di soluzioni sonore originali all’interno del movimento indie italiano.
domenica 3 giugno 2012
The Weight - Tributo italiano a Levon Helm
Il 19 aprile scorso dopo una lunga lotta contro il cancro, muore il grande Levon Helm, compianto membro della Band, una delle personalità più importanti del mondo del rock che con la sua voce, oltre che con il suo drumming, ha reso immortali capolavori come The Weight o The Night They Drove Old Dixie Down.
Appresa
la notizia, un gruppo di musicisti italiani rende omaggio alla sua memoria con
un tributo, una cover collettiva che coinvolge quanti hanno
voluto eseguire dal vivo proprio The Weight e hanno
spedito la registrazione a Riccardo
Maccabruni, ideatore del progetto.
L'iniziativa
è davvero lodevole e ci permette di vedere in azione alcuni tra i migliori
musicisti italiani che con grande cuore danno un'interpretazione molto sentita
e intensa della canzone.
Ecco,
in ordine sparso, Chemako, Matt Waldon, Cesare Carugi, Fabrizio Poggi (insieme a un forse inconsapevole Greg Trooper), Marcello Bettaglio con lo stesso Riccardo Maccabruni, Francesco Piu e Double
Whiskey. Inoltre, mentre leggerete i titoli di coda, potrete ascoltare la
bella versione della Down Town
Blues Band.
Complimenti
quindi a tutti i partecipanti che con questo bel video ci permettono di
ricordare al meglio il mitico Levon!
Link al progetto:
Levon Helm Italian Fan Page
Evento Facebook Cover Collettiva
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