sabato 16 marzo 2013

Mojo Filter - The Roadkill Songs (Club de Musique - 2013)


The girl I love has got brown hair
Red banana
Closer to the line
Cigarettes
Better love your man
Beautiful june day
My girl
The black ship
One mile away
Nobody’s out crying



Per definizione il rock che definiamo classico appartiene agli anni settanta. Pur essendo innegabile che esso rappresenti uno dei caposaldi cui nessun vero appassionato della nostra musica può prescindere, è altrettanto vero che da allora sono passati quarant’anni ed perciò lecito domandarsi se abbia ancora senso rievocare quella stagione irripetibile, se sia possibile dire qualcosa di nuovo pur restando fedeli a quel particolare stile musicale e, soprattutto, se sia possibile farlo senza perdere freschezza e spontaneità. La risposta a queste domande è certamente si. Un esempio su tutti, che rafforza questa convinzione, sono i Mojo Filter, la band bergamasca che da qualche anno si è imposta all’attenzione del pubblico con un repertorio che di quegli anni fa il proprio modello di riferimento. La definizione vintage rock ben si adatta al tipo di musica da loro prediletto, ma attenzione a non confondere questa etichetta, usata in realtà per facilità descrittiva, con la sterile riproposizione di schemi ormai desueti. Nel loro caso, infatti, vintage rock esprime semplicemente la scelta di un modello di riferimento cui ispirarsi, un genere da interpretare con personalità e sensibilità innegabilmente moderne. Il pregio principale della loro musica è infatti proprio quello di farci tornare alla mente i tanti dischi che abbiamo amato e consumato, senza tuttavia risultare datata. Una qualità non da poco, che richiede grande esperienza, perché non basta aver amato quei dischi, occorre averli metabolizzati e fatti sedimentare. La naturalezza e la competenza con cui i Mojo Filter interpretano quel genere musicale dimostrano che guardarsi indietro non è peccato. Ciò che importa è saper comporre buona musica, e loro lo sanno fare molto bene.

Terza tappa della loro carriera, The roadkill songs arriva dopo l’EP del 2010 The Spell e Mrs Love Revolution, l’ottimo album che li ha lanciati nel 2011. C’è poco da dire, i ragazzi spaccano, punto! Ancora una volta il sano, vecchio rock’n’roll ti conquista e ti stende al primo colpo grazie ai riff ben congegnati delle chitarre e al groove potente e trascinante di basso e batteria. Non possiamo chiedere di meglio ad Alessandro Battistini (voce e chitarra solista), Carlo Lancini (chitarra ritmica), Daniele Togni (basso) e Jennifer Longo (batteria) che, forti di una significativa esperienza dal vivo, riproducono in studio l’urgenza espressiva di una garage band registrata in presa diretta. Le dieci tracce traducono al meglio questa urgenza e ci trascinano in un trip rock’n’roll dai contorni entusiasmanti. La grana grossa dell’hard blues granitico di zeppeliniana memoria è screziata da psichedelia e digressioni acide, che aggiungono spezie a quanto già conosciuto in Mrs Love revolution. Giusto il tempo di infilare il jack nella presa e parte il riff incalzante di The girl I love has got brown hair, siamo già a pieni giri, l’inizio fulminate si trasforma in un finale a sorpresa dove la tromba di Mario Cavallaro e il sax di Corrado Sambito colorano di nero l’impianto del brano. Le note di un sitar introducono l’intrigante Red banana che, come pure One mile away, evidenzia un pulsare ritmico nelle linee di basso che rimanda alle produzioni di casa Stax. Closer to the line è dura e graffiante, dai tratti hard, intervallati da un lunga riflessione psichedelica che anticipa l’accelerazione finale. Beautiful June day è una pausa dal sapore agreste, bonghi e chitarra acustica sono in primo piano e beneficiano di un prezioso intervento al flauto, mentre The black ship, dall’incedere ipnotico, è un sogno lisergico acceso dall’irrompere delle chitarre. Better love your man è dominata dal basso e puzza di r’n’b, la voce di Battistini è suadente e sofferta, certamente uno dei brani migliori.


Disco tutto da ascoltare, che scorre veloce rispettando i tempi del vecchio LP senza lasciare spazio a sbavature e a lungaggini di sorta. Prodotto dallo stesso Alessandro Battistini, che compone e arrangia tutti i brani, insieme a Mauro Galbiati,  è stato ottimamente registrato da quest’ultimo nello studio della band e ha goduto della supervisione di Antonio Gramentieri (Sacri Cuori, Il Pan Del Diavolo) in fase di missaggio. Ancora una volta la bella veste grafica è stata curata da Ferdinando Lozza, che già aveva firmato la copertina e il tour poster di Mrs Love Revolution.
La cura dei particolari, l’ottimo suono e la bellezza di ogni singola canzone fanno di The roadkill songs una delle migliori uscite di inizio d’anno. Al suo interno sono contenute tante cose belle e gli amanti di Led Zeppelin, Stones, Who (solo per citare qualche nome) troveranno pane per i loro denti. Gli amanti dell’alternative a tutti i costi penseranno, sbagliando, ad un’operazione nostalgia. Noi invece siamo rimasti folgorati dalla passione contagiosa dei Mojo Filter per un modo di intendere il rock sanguigno e viscerale, che guarda sì al passato, ma trae da esso stimoli a sufficienza per proiettarlo nel futuro. Ci auguriamo quindi che band come questa continuino a tenere alto lo spirito del vero rock e ne alimentino la fiamma!


Articolo pubblicato a pag. 41 di Just Kids #5 (clicca qui per sfogliare la rivista)




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