giovedì 2 maggio 2013

Rusted Pearls And The Fancy Free - Roadsigns (Autoprodotto - 2012)


Free
Roadsigns and white lines
Chilly girl
Home
Rusted pearls
Precious











La vecchia scuola del rock continua a mantenere intatto il suo fascino anche per le nuove leve di musicisti che ad essa si riferiscono come punto di riferimento e guida spirituale. La lezione di Alman Brothers, Lynyrd Skynyrd fino ai più recenti Black Crowes non è passata inosservata nel profondo nord-est, alla periferia estrema dell’impero, la terra d’origine dei già affermati W.I.N.D., il power-trio  da una decina d’anni paladino italiano dell’hard blues. Questa volta a raccogliere il testimone sono i Rusted Pearls & The Fancy Free, la band di quattro ragazzi di Udine che da qui gettano un ponte ideale verso il profondo sud degli States. Dario Snidaro (chitarra e voce), Andrea Mauro (chitarra), Massimo Mattiussi (batteria) e Marco Fabro (basso) hanno nel cuore il sothern rock,  quell’affascinante miscela di rock, blues e soul coniugata con la laziness caratteristica delle terre bagnate dal Mississippi.

Il biglietto da visita del quartetto è Roadsigns, un EP di sei tracce che suona grezzo ed energico come fosse registrato dal vivo. I primi due brani, Free e Roadsigns and white lines dicono già tutto tutto degli intenti del gruppo, tempi veloci e chitarre in resta, dure il giusto che si intrecciano solo. Chilly girl  ammorbidisce i toni verso una rock ballad dalle tendenze melodiche introdotta da un arpeggio di chitarra e accompagnata dal piano di Alberto Pezzetta. Home rialza il tasso energetico con una forte carica elettrica a sottolineare il riuscito refrain. Chiudono il disco i due episodi migliori, Rusted pearls, una ballatona che trasuda spirito southern da tuti i pori, a cominciare dalla voce roca e indolende di Snidaro per arrivare alle chitarre distorte che accendono con grinta il finale, e Precious, con l’hammond di Pezzetta e le backing vocals di Sarah Del Medico ad arricchire il sound e a trasformare il brano in una corsa avvincente lungo le strade percorse dai già citati Black Crowes.

I Rusted Pearls partono con il piede giusto, il loro esordio possiede le caratteristiche necessarie per attirare l’attenzione di quanti credono ancora nel rock sanguigno e stradaiolo che senza troppi fronzoli va dritto al bersaglio. Sono giovani ed hanno l’attitudine giusta verso un genere intramontabile. Se questo è solo l’inizio, possiamo ben sperare nel futuro di questi ragazzi. Intanto Roadsigns ha fissato le coordinate di un percorso che, visti i presupposti, ci auguriamo continui spedito verso nuovi traguardi. 

Articolo pubblicato a pag. 58 di Just Kids #6 (clicca qui per sfogliare la rivista)


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