sabato 14 luglio 2012

Vinicio Capossela - Rebetiko Gymnastas

Articolo pubblicato su REvolution Rock, 
la webzine di Diavoletto Netlabel 
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Musiche di porto e d’assenza che da tempo attendevano l’approdo! Rientra il navigante, dopo aver affrontato mari omerici, balene, ciclopi e polpi innamorati, dopo essere sfuggito all’incanto delle sirene. A conclusione delle peregrinazioni marinaresche ecco il porto, la Taverna Tsozzos, dove si apre il girone dei rebetici.

Attendevo da tempo Rebetiko Gymnastas, da quando cinque anni fa ho saputo che il disco era stato registrato ad Atene, e finalmente il momento della sua pubblicazione è arrivato. L’amore per la musica greca di Vinicio Capossela ha radice lontane, il primo segnale nella sua opera risale infatti a Canzoni a Manovella, l’album che conteneva Contratto per Karelias, brano dal testo originale arrangiato sulla musica di Markos Vamvakaris, uno dei padri del rebetico. Nel suo romanzo Non si muore tutte le mattine l’autore stesso racconta in un paio di capitoli l’incontro folgorante con questa musica, parole da rileggere con attenzione per entrare nella giusta atmosfera e prepararsi all’ascolto del disco. Il rebetico, che in greco significa ribelle, è nato negli anni venti in seguito all’allontanamento dei greci dall’Asia Minore, una delle tante diaspore del secolo scorso, che ha lasciato segni profondi nei rifugiati e alimenta nostalgia e rimpianto per ciò che si è perduto e non si riavrà mai più. Come il blues, il fado portoghese e la morna capoverdiana, è musica intrisa di malinconia, che nasce dal dolore, il cui esercizio (da qui i ginnasti cui allude il titolo) aiuta a vivere, a manifestare la propria identità attraverso la ribellione dell’anticonformismo al tempo presente.

Ancora una volta veniamo sorpresi da una straordinaria prova d’artista, nella quale convergono le tante esperienze dell’autore che si è confrontato spesso con altre culture e le ha sapute amare e metabolizzare con estrema sensibilità. Le sue opere, sempre migliori e diverse una dall’altra, si sono costantemente arricchite in questi scambi e testimoniano la creatività dirompente di un autore in continua evoluzione, che non si stanca di esplorare e conoscere, davvero unico nell’attuale panorama italiano. Ecco quindi Rebetiko Gymnastas, non una sterile operazione folkloristica, ma il mondo di Capossela interpretato e rivisto insieme ad un manipolo di ottimi musicisti greci, non un disco di rebetico, ma suonato da musicisti rebetici. Forse una distinzione sottile, ma che rende perfettamente l’idea! Come definire altrimenti un lavoro il cui nucleo principale è costituito da nove brani pescati dal repertorio di Vinicio e solamente uno dei quattro inediti è di un autore greco? 

Aiutano il nostro un paio musicisti storici del clan caposseliano, Alessandro “Asso” Stefana alla chitarra e Glauco Zuppiroli al contrabbasso, affiancati dai bravissimi Ntinos Chatziiordanou alla fisarmonica, Socratis Ganiaris alle percussioni, Manolis Pappos al bouzouki e Vassilis Massalas al baglama. In questa nuova veste le composizioni che già conosciamo traggono ulteriore linfa vitale e la diversa prospettiva le rende ancora più belle ed interessanti. Con una rosa, impreziosita dal violino di Mauro Pagani ed una fisarmonica assassina si trasforma in elliniko baion, Non è l’amore che va via, dall’incedere lento e malinconico, è ancora più struggente. Morna è una stretta al cuore, “tanto qui c’è soltanto vento e parole di allora”, ospite la chitarra portoguesa di Riccardo Pereira. Eccezionali gli inediti, a cominciare da Canción de las simples cosasresa famosa dall’argentina Mercedes Sosa e Abbandonato (Los ejes de mi carreta) di un altro autore argentino Atahualpa Yupanqui entrambe dal testo tradotto in italiano da Capossela. Non finisce qui, perché c’è spazio anche per Gimnastika del poeta russo Vladimir Vysotskij e Misirlou, di cui ricordiamo la versione strumentale in Pulp Fiction, che ospita Kaiti Ntali alla voce, canzone del repertorio popolare greco. Manifesto del disco è Rebetiko you stupendo esercizio di stile cui partecipa, ospite alla chitarra, il grande Marc Ribot.

“Fatevi più stretti attorno
Questa sera non mi basta il mondo
Tornano i miei passi in coro
Nel cerchio del rebetiko da solo
Come una parata
Come in un addio
Questo ballo è solo il mio”

Rebetiko Gymnastas è davvero entusiasmante e nonostante raccolga influenze di vario genere, è assolutamente omogeneo nel risultato e piacevolissimo all’ascolto. Se il precedente Marinai, profeti e balene poteva essere considerato in parte un po’ eccessivo e  impegnativo (d'altronde trattava temi sovra-umani), qui funziona tutto alla perfezione. L’abilità di Vinicio Capossela e dei suoi bravissimi compagni d’avventura è quella di aver reso gradevole e accessibile un’operazione di altissimo valore culturale. Solamente il Maestro poteva permettersi un così caloroso e personale omaggio al mondo greco che, lo ricordiamo, giunge in un momento storico molto particolare per la culla del mondo occidentale. Dimentichiamo quindi per un attimo la musica anglo-americana, di cui sappiamo già tutto, e immergiamoci nel mediterraneo, accompagnati da questo straordinario album, rapiti da una musica che parla al cuore, racconta di noi e della nostra identità!






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