martedì 7 giugno 2011

Daniele Luppi & Danger Mouse - Rome

L’uscita di Rome è stata una delle sorprese più gradite tra le novità di questa prima parte dell’anno. Da alcuni giorni sta girando con insistenza nel mio lettore, diffondendo la sua affascinante miscela di musica vintage e arrangiamenti ed elettronica moderne, riproponendo i temi le atmosfere delle colonne sonore del cinema italiano degli anni ’60. Ottima idea e operazione ben riuscita!
La genesi di Rome ha probabilmente radici lontane, risalenti al 2004, quando il compositore e arrangiatore Daniele Luppi  riunisce alcuni dei musicisti che all’epoca incisero molte di quelle colonne sonore e dà alle stampe An Italian Story, disco che recupera temi e sonorità di quella musica. Il successo e l’accoglienza dalla critica è tale da attirare l’attenzione del produttore Brian Burton, a.k.a. Danger Mouse.  Nasce da qui la collaborazione tra i due e la realizzazione di numerosi lavori, tra cui St. Elswere di Gna rls Barkley e Dark Night of the Soul, opera visionaria  (partecipa al visual David Linch) composta insieme agli Sparklehorse. In seguito all’incontro con il produttore americano, Luppi realizza colonne sonore per fortunate serie televisive e film, quali Hell Ride, Sex and the City, Nine, e arrangia dischi di successo come Once Again di John Legend e Mondo Cane di Mike Patton. Guarda caso quest’ultimo è un omaggio alla canzone pop italiana degli anni ‘50/’60 e viene realizzato dopo che il cantante dei Faith No More porta i brani in concerto proprio con la supervisione di Luppi stesso.
Veniamo quindi a Rome. Il disco raccoglie le esperienze passate, realizzando un progetto da tempo meditato dai due, coinvolgendo ancora una volta i musicisti con cui Luppi aveva esordito nel 2004. Ecco quindi Gegè Munari, storico batterista napoletano, Dario Rosciglione al basso, Luciano Ciccaglione alla chitarra, tutti jazzisti di grande esperienza con frequentazioni nella composizione di colonne sonore per Morricone, Umiliani, Trovaioli. Su tutti, niente di meno che Alessandro Alessandroni, il celebre “fischio” degli spaghetti western, con la sua orchestra I Cantori Moderni. Come se non bastasse, al gruppo si aggiungono due ospiti di fama internazionale, Norah Jones e Jack White.
Insomma, tanta carne al fuoco, abilmente arrangiata per fornire un lavoro godibilissimo che scorre via veloce senza alcuna sbavatura. In tutto si superano di poco i trenta minuti di musica, ma in questo caso la brevità non è assolutamente un difetto, anzi non c’è il tempo per annoiarsi! Ogni tassello è al proprio posto, il tutto a comporre un quadro decisamente naturale, molto ben suonato e registrato. L’omaggio al tipico sound di morriconiana memoria fa la parte del leone, gli strumentali si alternano ai pezzi cantati creando atmosfere altamente evocative, ricche di fascino e di pathos. Oltre a brani orchestrali di ampio respiro con il coro sullo sfondo, c’è anche spazio per atmosfere di sapore western, con linee di basso e chitarra in evidenza, e per arraggiamenti molto particolari con la celesta di Gilda Buttà.
Il rischio di una sterile riproduzione del passato è stato abilmente evitato rinnovando un genere che rappresenta sicuramente uno dei periodi più felici del cinema e della musica italiana. Un omaggio ai maestri dunque, ma realizzato con linguaggio moderno, pur dimostrando tutto l’amore e il rispetto per le fonti d’ispirazione. Non resta che lasciarsi trasportare dalla musica ad occhi chiusi, le emozioni sono garantite!